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ANELLO DEL MONTE CERESA

Lasciato il mezzo presso l’area SAE di Piedilama (818 m), si sale verso la frazione per imboccare una delle prime vie interne sulla destra, caratterizzata dalla presenza di un palo con frecce direzionali. Da qui proseguire a sinistra e poi, raggiunte le ultime case del paese, al bivio successivo in leggera salita lasciate questa strada imboccando la carrareccia che sale a destra.
Si prosegue su questa raggiungendo un secondo bivio: occorre andare a sinistra, iniziando la salita verso Prato Comune, lungo una brecciata comoda e larga (la carrareccia a destra, invece, conduce a Borgo di Arquata).
Al successivo bivio, abbastanza ampio (837 m), si continua a salire a sinistra: poco dopo la strada perde pendenza, superando anche un piccolo ruscello che si guada facilmente (Fosso la Valle, 975 m) e ricominciando poi a salire.
Si raggiunge una croce metallica (1000 m, luogo del tentato omicidio di Don Gabriele Cataldi), situata sul lato sinistro della strada: qui occorre imboccare a sinistra, lasciando la carrareccia che mena ad un fontanile (1038 m) per entrare nel bosco in direzione nord.
Il sentierino si snoda tra gli alberi, scendendo nel bosco per raggiungere e superare un ruscello. Da qui comincia a risalire, uscendo poco dopo dal bosco per raggiungere dei pendii erbosi che salgono in direzione di Pian Pecorelle, dove occorre seguire una serie di paline.
Poco dopo l’ultima palina si entra nuovamente nel bosco in un tratto dove il sentiero non è sempre evidente: occorre da questo punto in poi fare molta attenzione alle frequenti bandierine sugli alberi, seguendo se possibile la traccia GPS.
Si sale nel bosco fino a raggiungere una comoda brecciata, segnalata anche dalle frecce direzionali (sentiero 503): a questo punto occorre andare a destra in direzione del Monte Ceresa.

Dopo circa 1 km in piano, si raggiunge un casale su un prato d’altura (Prato Comune – 1203 m) dove una freccia direzionale e una palina indicano di proseguire nel bosco misto. Da qui seguire con attenzione nel primo tratto le bandierine presenti sugli alberi che indicheranno un passaggio all’interno di un canalone in leggera salita.
Il canalone diventa poi un comodo sentiero che salendo attraversa una spettacolare faggeta, la quale vi accompagnerà fino alla vetta del Monte Ceresa (1494 m), la più alta per ciò che concerne la terza catena montuosa del Comune di Arquata del Tronto, altresì definita “Appennino Perduto”.
Prima di raggiungere la cima, in un paio di occasioni la faggeta cede il posto a spettacolari balconate che offrono panoramiche sia in direzione del Monte Vettore (2476 m) che di Pizzo di Sevo (2419 m), nei pressi di una enorme forra che si apre sopra la vallata di Peracchia (890 m).

Raggiunta la vetta, occorre tornare indietro, superare Prato Comune e da lì ripercorrere 1 km di brecciata fino al palo che usciva dal bosco sul sentiero 503.
Giunti a questo punto, anziché scendere nel bosco, continuare lungo la comoda brecciata del sentiero 503 per 3 km in direzione di Passo del Galluccio (1197 m), che segna il confine tra la zona del Ceresa e quella dei Sibillini.

Da qui proseguire lungo la strada provinciale per un breve tratto fino ad incrociare una freccia direzionale che indica la discesa verso Pretare.
Il sentiero è abbastanza ripido ma facilmente percorribile e, passando dapprima per Valle Stretta e attraversando poi alcuni orti, raggiunge infine il “Paese delle Fate” (920 m).
Nei pressi dell’area SAE, appena dopo il Ristorante “Rifugio degli Alpini”, noterete sulla destra una stradina che lascia la SP89 costeggiando il parco comunale. Imboccatela, continuando a scendere.
Scendendo per un centinaio di metri lascerete sulla vostra destra alcune casette di rimessaggio e un depuratore, prima che il sentiero inizi ad entrare nel bosco alternandosi a prati.
Continuare il tragitto facendo attenzione alla segnaletica orizzontale lungo il tracciato che prosegue verso sud, superando le rovine di un antico mulino (evitare di avvicinarsi in quanto la struttura è pericolante), fra tratti di bosco e aperture sulla vallata, quasi in parallelo al Fosso della Pianella e alla SP89 che collega le frazioni.
Circa a metà del percorso vi imbatterete in Fonte Sant’Egidio, una pòlla di acqua potabile che sgorga ai piedi di un’enorme roccia a formare una grotta.
Ai piedi della stessa è stata collocata una statua dell’omonimo santo, patrono di Piedilama.
Gli abitanti di questa frazione ritenevano la fonte miracolosa ed erano pertanto soliti utilizzarne le acque per gli impacchi o per dissetare i malati.
Superata la fonte, si continua a scendere in direzione sud passando prima su una passerella che costeggia un fosso (abbastanza ricco di acque a primavera, quando occorre prestare maggiore attenzione), e poi si supera un ponticello di legno per rientrare così su Piedilama, seguendo le indicazioni della segnaletica.
Una volta superata la zona rossa di Piedilama si raggiunge nuovamente la SP89 che nell’ultimo tratto porta alla zona SAE.

Si avvisano gli escursionisti della possibilità che alcuni tratti dei sentieri non risultino talvolta adeguatamente ripuliti (specialmente per via della ricrescita della vegetazione) e/o non adeguatamente segnati. “Arquata Potest” si scusa per eventuali disagi specificando in ogni caso che NON RISPONDE DI ALCUN TIPO DI RESPONSABILITA’, che rimane in via esclusiva in capo ai singoli escursionisti e frequentatori dei sentieri in questione.

Tempistica: 5 h

Distanza: 15 km

Dislivello: 750 m

Quota minima: 848 m

Quota massima: 1494 m

Segnaletica presente: Sì

Sentieri: n° 555-503-501

traccia GPS

ATTIVITA’ VICINE

Piedilama   ◦  389.7975081

Pretare   ◦   347.0875331   ◦   fb💻

Piedilama   ◦   377.9811132  ◦   sito💻