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ANELLO DEL MAZZAMURIELLO
(Borgo – Camartina – Piedilama)

Parcheggiato il mezzo presso l’area SAE di Borgo1 (provvista di bar e generi alimentari), si parte superando il campetto sportivo e raggiungendo il bivio al quale occorre voltare a sinistra. Si procede lungo la Salaria Vecchia (oggi SP129) che attraversa l’abitato di Borgo d’Arquata.

Dopo circa 500 m, superato il paese, al bivio situato di fronte ad una fontana (acqua potabile), occorre voltare a sinistra e poi subito a destra, salendo in direzione di Camartina.
Raggiunta la piccola frazione, proseguire dritto per 50 m mantenendo il fosso della Camartina sulla sx, fino a raggiungere un lavatoio situato sulla dx in mattoni bianchi e rossi.
Il sentiero in terra battuta parte proprio alle spalle del lavatoio, segnalato anche da una freccia direzionale che indica la salita alle spalle del piccolo edificio.
Il primo km dell’itinerario è quello più impegnativo per via della forte pendenza a salire. Essendo tutto in terra battuta, diventa particolarmente complesso quando è bagnato, in particolare i primi tornanti.
Dopo le prime due curve, è possibile notare sulla sinistra l’antico percorso affiancare la nuova strada realizzata dai trattori: un canalone scavato nei secoli dai muli, utilizzati per il trasporto di legname e merci.

Poco oltre, in alto a destra, si noterà una grossa roccia in cui la forma del lato destro rimanda curiosamente al volto di un “mazzamuriello”: un folletto che, secondo le leggende locali infestava i boschi facendo scherzi ai malcapitati che passavano di lì.
Da qui in avanti, tuttavia, più che uno scherzo il mazzamuriello tende a fare un favore agli escursionisti, perché di fatto la pendenza inizia ad attenuarsi gradualmente.

Si supera un punto panoramico che fa da balconata alla vallata del Tronto in direzione della Laga: in questo quadro spiccano Camartina ai vostri piedi, poco più sotto a sinistra Borgo, sovrastata dalla Rocca di Arquata capoluogo, mentre oltre appaiono Faete e Spelonga adagiate sul Monte Civita, dietro il quale si erge il Monte Comunitore.
L’itinerario diventa pianeggiante quando raggiunge 2 castagneti, circa 1 km dopo Camartina.

Ci preme puntualizzare che i castagneti sono di proprietà privata e vengono curati dai silvicoltori durante tutto l’anno: occorre pertanto mantenersi sulla strada principale, evitando di frequentare l’itinerario nel mese di ottobre durante la raccolta dei marroni.

Da qui, dopo una capannina, l’ampia strada realizzata dai trattori cede il posto ad un sentierino che si inerpica nel bosco sulla destra, ma che si segue senza eccessiva fatica: fare riferimento alla traccia GPS e alla segnaletica orizzontale per circa 1 altro km, fino a raggiungere l’evidente valico sul quale è presente una grossa pietra (punto più alto del tracciato) .
Da qui il sentiero inizia una piacevole discesa lungo i fianchi boscosi del Colle Castello, in direzione del Quartuccio, per circa 1,5 km.

Dopo un tratto pianeggiante nel bosco, si raggiunge una grossa quercia con del filo spinato: si può agevolmente passare sul lato sinistro, nel punto in cui il filo è più basso, entrando su un’ampia zona di prati dedicati ai pascoli del bestiame dell’Azienda Agricola “Le terre delle fate”, che cura il paesaggio che vi accingete a percorrere.
E’ possibile (ma non certo), pertanto, che incontrerete bovini di razza marchigiana al pascolo. Pertanto è assolutamente sconsigliato avvicinarsi agli animali e arrecare loro fastidio (le vacche nutrici proteggono i loro vitelli!), è vietato transitare con cani al seguito e si consiglia di proseguire lungo l’itinerario seguendo la segnaletica e la traccia GPS, mantenendo un’andatura tranquilla.

Una volta tagliato il prato nella sua parte centrale per circa 300-400 m, si raggiunge un canalone nei pressi di una fila di alberi, anch’esso scavato nei secoli dai muli.
Entrare nel canalone e iniziare la discesa che, in un centinaio di metri, vi porterà ad un palo con delle frecce: continuare dritto in direzione Piedilama.

Circa 50 metri più sotto vi imbatterete in Fonte Sant’Egidio, una pòlla di acqua potabile che sgorga ai piedi di un’enorme roccia a formare una grotta.
Ai piedi della stessa è stata collocata una statua dell’omonimo santo, patrono di Piedilama.
Gli abitanti di questa frazione ritenevano la fonte miracolosa ed erano pertanto soliti utilizzarne le acque per gli impacchi o per dissetare i malati.
Superata la fonte, si continua a scendere in direzione sud passando prima su una passerella che costeggia un fosso (abbastanza ricco di acque a primavera, quando occorre prestare maggiore attenzione), e poi si supera un ponticello di legno per rientrare così su Piedilama, seguendo le indicazioni della segnaletica.
Quella di Piedilama è l’unica zona rossa presente lungo l’itinerario: nell’attraversare questi 300 m evitare assolutamente di uscire dal percorso descritto, seguire la segnaletica presente (bandierine bianco-rosse) e la traccia GPS che permettono di attraversare l’area in sicurezza senza avvicinarsi agli edifici.

Una volta superata la zona rossa di Piedilama si raggiunge nuovamente la SP89 che nell’ultimo tratto porta, voltando a destra, alla zona SAE dove è presente un bar. Per proseguire verso Borgo, invece, non occorre scendere fino all’area SAE bensì, una volta raggiunta la SP89, si attraversa la strada e, risalendo leggermente sul lato opposto, occorrerà entrare in uno dei vicoli del paese, segnalato dalla presenza di una bandierina bianco-rossa su un palo e di un cartello con frecce in legno poco distante: proseguire a sinistra.
Si incrociano 2 bivi: mantenere la destra sia al primo che al secondo. A questo punto la mulattiera inizia a salire per paio di km in direzione del Colle Forcella che, una volta raggiunto, regala numerosi spunti panoramici sulle catene circostanti, con lo sguardo che spazia dal Vettore (2478 m) a nord, il re dei Sibillini, fino al Pizzo di Sevo a sud (2419 m), in direzione dei Monti della Laga.
Dopo un breve tratto pianeggiante, il tracciato inizia a scendere e, dopo un comodo sentiero privo di bosco, si rientra nello stesso finché non si giunge ad un bivio: per proseguire verso Borgo occorre voltare a sinistra, continuando a scendere la costa della Pisciallonga.

Da qui la strada non è più la comoda mulattiera da trattore ma un vero e proprio tracciato nel bosco, che passa sulla sommità della Macchia di San Pietro scendendo prima lentamente, e poi in maniera più ripida fino a ricongiungersi con una strada brecciata.
Da qui, scendendo a sinistra al bivio, si raggiunge nuovamente Borgo di Arquata (passando a fianco ad un fontanile con acqua non potabile), punto di partenza dell’escursione.

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Si avvisano gli escursionisti della possibilità che alcuni tratti dei sentieri non risultino talvolta adeguatamente ripuliti (specialmente per via della ricrescita della vegetazione) e/o non adeguatamente segnati. “Arquata Potest” si scusa per eventuali disagi specificando in ogni caso che NON RISPONDE DI ALCUN TIPO DI RESPONSABILITA’, che rimane in via esclusiva in capo ai singoli escursionisti e frequentatori dei sentieri in questione.

Tempistica: 3 h

Distanza: 7,7 km

Dislivello: +620 m

Quota minima: 650 m

Quota massima: 1050 m

Segnaletica presente: Sì

traccia GPS

ATTIVITA’ VICINE

Borgo   ◦  349.5243960

Borgo   ◦  333.3269594

Piedilama   ◦  389.7975081

Pretare   ◦   347.0875331   ◦   fb💻

Borgo   ◦  349.3704083 (pernottamento in autogestione)